Camoscio alpino

Da Caos per caso.
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Identificazione

Ungulato di aspetto robusto e dimensioni medie, presenta una struttura anatomica compatta ed un dimorfismo sessuale poco marcato. Muta il pelo in autunno e primavera. Mantello estivo marrone-fulvo, con zampe, coda e linea dorsale pi� scure e regione anale e ventrale pi� chiare; il manto invernale � di un bruno-nerastro che contrasta fortemente con la zona frontale, gulare e anale, sempre biancastre. In questo periodo risulta molto evidente, soprattutto nei maschi adulti, una criniera che corre lungo tutta la linea dorsale mediana, costituita da peli residui del manto estivo che possono arrivare fino a 30 cm di lunghezza. La banda scura laterale che, nel muso, divide la macchia frontale da quella gulare, diviene sempre pi� chiara e meno marcata con il passare degli anni.


Il Camoscio ha corna cave, lineari e non caduche, costituite da un astuccio corneo inserito su un supporto osseo derivato dall'osso frontale. Presenti in entrambi i sessi, le corna sono di colore ebano, con la parte terminale appuntita e ricurva all'indietro; la loro lunghezza varia, in individui adulti, tra i 22 e i 29 cm. Evidente � la presenza di anelli di crescita, che si formano a causa dell'arresto dell'apposizione di cheratina nel periodo novembre-marzo; tale interruzione, controllata a livello ormonale, sembra essere connessa anche con la riproduzione.

Nel complesso i maschi appaiono caratterizzati da maggiori spessori basali, da un'uncinatura pi� evidente e da una pi� accentuata divaricazione delle due stanghe, qualche centimetro dopo l'attaccatura al cranio (non mancano individui con caratteristiche intermedie).

Zampa e zoccolo presentano una serie di adattamenti diretti a facilitare la progressione sulla neve e sulle rocce.


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Dimensioni

Ha lunghezza testa-corpo di 100-130 cm, coda di 10-14 cm, altezza al garrese � di 70-90 cm. Il peso varia nei maschi adulti (et�


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Comportamento

Gregarismo, flessibilit� stagionale dei gruppi e segregazione sociale dei sessi sono la prerogativa di questo Bovide, che presenta una struttura sociale matriarcale fondata sull'unit� madre-capretto.

I branchi risultano principalmente costituiti da femmine adulte con o senza piccolo, femmine giovani e qualche maschio giovane o subadulto. La struttura di questi raggruppamenti � in ogni caso decisamente "aperta", con frequenti interscambi tra branchi diversi anche nel corso della stessa giornata.

I maschi conducono in genere vita solitaria o in piccoli gruppi instabili (2-10 individui), per riunirsi ai branchi di femmine solo durante la stagione riproduttiva. L'attivit� riproduttiva avviene tra la fine di ottobre e l'inizio di dicembre, con un massimo durante la seconda met� di novembre. Il periodo di estro dura 1 o 2 giorni; se durante questa fase la femmina (poliestrale) non viene coperta, devono passare circa tre settimane affinch� si manifesti un nuovo periodo fertile.


Nel periodo riproduttivo i maschi mostrano una marcata intolleranza verso individui del medesimo sesso. In questa fase alcuni maschi "dominanti" difendono piccole aree (200-500 m di diametro) dall'ingresso di altri maschi e mantengono in gruppo le femmine (harem) mediante comportamenti di corteggiamento ritualizzati. I maschi che non occupano nessun territorio si devono accontentare di copule occasionali con femmine sfuggite al controllo di animali dominanti. Finito il periodo degli accoppiamenti si ripristina la segregazione dei sessi ed i maschi tornano a vivere isolati.

La gestazione dura circa 180-190 giorni e, in genere, � partorito un solo capretto tra il 10 maggio e il 10 giugno. Poco prima delle nascite le femmine gravide si isolano in zone particolarmente impervie e di difficile accesso, che garantiscono loro la necessaria tranquillit�, mentre i giovani dell'anno precedente, lasciati soli, tendono a raggrupparsi tra loro o con subadulti di entrambi i sessi. Pochi giorni dopo il parto le femmine con i capretti si riuniscono, per iniziare la risalita verso i pascoli di altitudine.


Habitat

Alimentazione

Segnali_sonori

Distribuzione in Italia

Le Alpi rappresentano la parte pi� estesa ed importante del suo areale. Le regioni alpine costituiscono evidentemente l'area di sua competenza per quanto riguarda l'Italia (le popolazioni appenniniche vengono ascritte alla specie distinta Rupicapra pyrenaica). La sua diffusione � condizionata dall'utilizzo dei popolamenti a fini venatori. E' presente in tutti i parchi regionali a carattere alpino, in alcuni casi con nuclei rilevanti (Orobie bergamasche, Orobie Valtellinesi, Bernina, Livignese e Parco Nazionale dello Stelvio). Alcune operazioni di reintroduzione sono state operate in Lombardia ma solo una di esse all�interno di aree protette (Parco delle Grigne nel 1993).


Distribuzione in Europa

La sua distribuzione originaria � ripartita tra le regioni montuose dell'Europa centrale e meridionale e dell'Asia minore.


Traccia

Pista

Nido o Tana

Segni del passaggio

Segni della nutrizione

Escrementi e borre

Segni della pulizia

Altri segni

Storie e leggende

Curiosità

Descrizione per i bambini