Differenze tra le versioni di "Teoria del flusso"

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La '''teoria del flusso''' (in inglese '''flow'', sviluppata da Mihaly Csikszentmihalyi, afferma che gli individui ottengono il massimo da un processo di apprendimento o di sviluppo, quando sono completamente immersi e possono godere del processo. È indispensabile per l'impegno del partecipante sperimentare l'"esperienza ottimale" in termini di coinvolgimento cognitivo ed emotivo. In altre parole, che le sue capacità e risorse siano adeguatamente sfidate.
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[[File:Challenge vs skill Commons.jpg|miniatura|Challenge vs. skill, che mostra la regione del "flusso".]]
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La '''teoria del flusso''' (in inglese '''flow'''), sviluppata da Mihaly Csikszentmihalyi, afferma che gli individui ottengono il massimo da un processo di apprendimento o di sviluppo, quando sono completamente immersi e possono godere del processo. È indispensabile per l'impegno del partecipante sperimentare l'"esperienza ottimale" in termini di coinvolgimento cognitivo ed emotivo. In altre parole, che le sue capacità e risorse siano adeguatamente sfidate.
  
 
La teoria del flusso afferma che se un processo di sviluppo non è abbastanza impegnativo l'individuo si annoia e la curva di apprendimento si abbassa. Al contrario, se gli individui si trovano di fronte a una sfida eccessivamente difficile, diventano ansiosi, hanno difficoltà a memorizzare e perdono la comprensione della situazione, il che si traduce nuovamente in una curva di apprendimento inferiore.
 
La teoria del flusso afferma che se un processo di sviluppo non è abbastanza impegnativo l'individuo si annoia e la curva di apprendimento si abbassa. Al contrario, se gli individui si trovano di fronte a una sfida eccessivamente difficile, diventano ansiosi, hanno difficoltà a memorizzare e perdono la comprensione della situazione, il che si traduce nuovamente in una curva di apprendimento inferiore.
  
L'essere umano si sente a proprio agio e si sviluppa al meglio, e quindi impara di più, quando gli vengono affidati compiti che lo sfidano in modo ottimale, né troppo poco, né troppo.
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L'essere umano si sente a proprio agio e apprende meglio quando gli vengono affidati compiti che lo sfidano in modo ottimale, né troppo, né troppo poco.
  
Sapendo ciò, il facilitatore ha la responsabilità di fare in modo che i workshop {{LSP}} riescano a tenere le persone  nel ''flusso'' in modo che possano trarre il massimo dal processo. Per assicurare ciò, il facilitatore dovrebbe sfruttare la propria conoscenza dello specifico gruppo di partecipanti sia come individui che come gruppo, monitorando attentamente il processo e adattando le domande in modo da stimolare l'esperienza del flusso dei partecipanti.
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Sapendo ciò, il facilitatore ha la responsabilità di fare in modo che le sfide rimangano nel ''flusso'' in modo da trarre il massimo dal processo. Il facilitatore deve cercare di monitorare continuamente il sentimento del gruppo in modo da adattare le domande e stimolare adeguatamente i partecipanti.
  
Il momento più importante per assicurare di entrare nel flusso è durante la fase di [[Skills building (WarmUp)|Skills building]], quando un gruppo inizia ad apprendere le basi del metodo seguendo i principi e il processo di costruzione delle competenze previsto da {{LSP}}.
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Il momento più importante per assicurare di entrare nel flusso è durante la fase di [[Skills building (WarmUp)|Skills building]], cioè quando un gruppo inizia ad apprendere le basi del metodo, applicando correttamente i principi del metodo e il processo di costruzione delle competenze.
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[[Category:Manuale LSP]]
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[[Category:Glossario]]

Versione attuale delle 14:24, 11 apr 2020

Challenge vs. skill, che mostra la regione del "flusso".

La teoria del flusso (in inglese flow), sviluppata da Mihaly Csikszentmihalyi, afferma che gli individui ottengono il massimo da un processo di apprendimento o di sviluppo, quando sono completamente immersi e possono godere del processo. È indispensabile per l'impegno del partecipante sperimentare l'"esperienza ottimale" in termini di coinvolgimento cognitivo ed emotivo. In altre parole, che le sue capacità e risorse siano adeguatamente sfidate.

La teoria del flusso afferma che se un processo di sviluppo non è abbastanza impegnativo l'individuo si annoia e la curva di apprendimento si abbassa. Al contrario, se gli individui si trovano di fronte a una sfida eccessivamente difficile, diventano ansiosi, hanno difficoltà a memorizzare e perdono la comprensione della situazione, il che si traduce nuovamente in una curva di apprendimento inferiore.

L'essere umano si sente a proprio agio e apprende meglio quando gli vengono affidati compiti che lo sfidano in modo ottimale, né troppo, né troppo poco.

Sapendo ciò, il facilitatore ha la responsabilità di fare in modo che le sfide rimangano nel flusso in modo da trarre il massimo dal processo. Il facilitatore deve cercare di monitorare continuamente il sentimento del gruppo in modo da adattare le domande e stimolare adeguatamente i partecipanti.

Il momento più importante per assicurare di entrare nel flusso è durante la fase di Skills building, cioè quando un gruppo inizia ad apprendere le basi del metodo, applicando correttamente i principi del metodo e il processo di costruzione delle competenze.